12.4.14

Svolta sul tesoro Hitler: accordo tra il governo e Gurlitt

Uno spiraglio di luce torna a illuminare le tele del "tesoro di Hitler", circa 500 capolavori che si sospetta siano stati rubati ai legittimi proprietari durante il nazismo, ritrovati per caso nel 2012 nella dimora di Cornelius Gurlitt, dove sono state al buio, nascoste per decenni.
Dopo mesi di contese legali e polemiche, il governo tedesco ha raggiunto oggi un accordo con Gurlitt. Il figlio 81enne di un noto commerciante d'arte vicino ai nazisti si è impegnato, anche quando terminerà il sequestro giudiziario, a mantenere «volontariamente» a disposizione degli investigatori tutte le opere sospette per chiarirne la provenienza.
Ma solo per un anno. Lo hanno reso noto oggi gli avvocati del collezionista, il ministero della Giustizia bavarese e il governo federale tedesco in un comunicato congiunto.
La task force che sta tentando di attribuire la proprietà dei capolavori sequestrati nei mesi scorsi nella casa di Gurlitt a Monaco, in Germania, anche grazie al sito Lostart.de, avrà dunque tempo massimo un anno per continuare le ricerche. Alla scadenza del termine, tutto tornerà al collezionista, a meno che non ci siano rivendicazioni su opere specifiche in corso. O che nel frattempo non siano stati ritrovati e riconosciuti i legittimi proprietari.
In questo tempo Gurlitt, da mesi prostrato dalla malattia, che lo ha tenuto ricoverato a lungo, potrà comunque visitare quelli che per decenni sono stati i suoi migliori amici. «Potrà vedere i quadri», ha assicurato il suo avvocato Christoph Edel. Per il legale con l'accordo Gurlitt «si assume in maniera esemplare la responsabilità morale» di quanto accaduto. Inoltre potrà anche inviare un esperto nella task force, incaricato di curare i suoi interessi.
La notizia del ritrovamento di oltre 1280 opere, cinque mesi fa, aveva scatenato un'ondata di stupore per quei capolavori tenuti nascosti per decenni agli occhi del mondo. Picasso, Monet, Renoir, Manet, Gauguin, Liebermann, Cezanne, Munch, tra gli altri. Tutto era iniziato da una banale perquisizione a un vecchio signore, Gurlitt appunto, fermato nel 2010 su un treno che tornava in Germania dalla Svizzera. Il fiuto dei doganieri tedeschi aveva indirizzato verso uno dei ritrovamenti di opere d'arte più sensazionali della storia, celebrato sulla stampa di tutto il mondo.
L'accordo sottoscritto oggi da Gurlitt non ha alcuna ricaduta sulle indagini giudiziarie attualmente in corso, che continueranno a cercare di fare finalmente luce su una vicenda che presenta ancora molti angoli scuri.
di Matteo Alviti (ansa)

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